Sul finire del Settecento, con la caduta, ad opera di Napoleone, della Repubblica di Venezia e dei privilegi del patriziato veneziano, scomparvero feste e banchetti in Villa e il mito della dolce vita della Riviera del Brenta. Negli anni ’50, con i primi movimenti turistici, inizia un interesse alla riscoperta della Riviera. Memori dei grandi banchetti in Villa, i ristoratori locali recuperarono e riproposero gran parte della tramandata capacità di preparazione delle specialità a base di pesce, perduta nei tempi del declino. Le osterie un po’ alla volta diventarono trattorie e ristoranti e nel maggio del 1960 venne ripreso il servizio regolare di navigazione dello storico Burchiello, portando fama e notorietà in tutto il mondo. Nel frattempo, le categorie economiche del turismo, guidate da un gruppo di imprenditori illuminati tra i quali ricordiamo Adelino Carraro, Remigio dal Corso e Sergio Tuzzato Nalin, cominciarono ad investire in importanti premi, grandi eventi di rassegne gastronomiche e testimonial di alto rango che portarono la cucina della Riviera sulla ribalta nazionale, riproponendo nel gusto il mito settecentesco delle “Delizie del Brenta”.
Per Adelino Carraro, storico ristoratore e albergatore, la gastronomia in Riviera del Brenta è basata sulla cucina di pesce e crostacei, grazie alla sua storia collegata alla Repubblica Serenissima di Venezia ed al tipico pesce della laguna e dell’Adriatico.
Oggi l’offerta ristorativa della Riviera del Brenta è composta da oltre 300 esercizi tra ristoranti, trattorie ed agriturismi. Per chi non ama il pesce, abbondano comunque i piatti di carne: bolliti, arrosti e carni alla griglia e tutti i classici della tradizione dell’entroterra, che convivono con il pesce in una offerta gastronomica adeguata ad ogni palato. La ricchezza di questo territorio – afferma il Town Center Manager Pierpaolo Dall’Agnola – è ben rappresentata da una cucina fondata non solo su grandi prodotti e storiche ricette, ma innanzitutto su una cultura dell’ospitalità radicata tra gli imprenditori che fa del cliente il suo patrimonio più importante.”
Una scelta di pesce tutta particolare invece quella operata dalla chef, di lunga tradizione familiare, Linda Cacco dell’Osteria del Baccalà di Strà. All’interno della ristorazione rivierasca, l’Osteria si distingue per la sua specializzazione nel baccalà, lo storico piatto della cucina veneziana a base di merluzzo essiccato (stoccafisso), prodotto importato per la prima volta nel 1432 dal navigatore veneziano Pietro Querini al rientro da un suo rocambolesco viaggio in Norvegia nelle isole Lofoten. Linda propone diversi abbinamenti innovativi dello stoccafisso con frutta e verdura di stagione, che possono essere degustati al meglio nella cosiddetta “verticale” di baccalà, che spazia dal tradizionale baccalà mantecato, al baccalà fritto, dal baccalà alla vicentina al baccalà al forno con le patate e le olive taggiasche. La filosofia dell’osteria è quella di trasmettere la passione e l’amore per un’eccellenza della cucina veneta, reinterpretata in chiave creativa per dare agli ospiti un’esperienza di cibo e conoscenza davvero unica.