Egisto Lancerotto nasce a Noale il 21 agosto 1847 e solamente ventenne si iscrive all’Accademia delle Belle Arti di Venezia, raggiungendo buoni risultati accademici, grazie alla vicinanza con i migliori maestri.
“Ben presto però – commenta Eleonora Marcato, Storica dell’Arte – lascia le tematiche più prettamente accademiche per addentarsi nella pittura di genere e nel ritratto dove, con pennellata sciolta, veloce e impressionista, racconta una Venezia popolare e festosa, attraverso figure femminili in diversi atteggiamenti e aspetti della quotidianità, spesso in abiti folkloristici. Predilesse il dipinto di genere, gli interni con figure e ritratti femminili, che rappresentò talora con smaliziata femminilità.” Avviò una ricca attività espositiva in Italia a Torino, Genova, Milano, Roma e Firenze, e all’estero: Nizza, Monaco di Baviera, Parigi e Vienna. Partecipò a quattro edizioni della Biennale di Venezia di cui l’ultima nel 1910, per morire poi nel 1916.
“A volte passeggio per le strade della mia città – continua Eleonora Marcato – e mi chiedo come deve essere stata Noale ai tempi di Egisto. Lo immagino passeggiare all’ombra della Rocca medievale e delle sue Torri, sostare ad osservare il lento scorrere delle acque del Marzenego, fare acquisti nel prestigioso mercato cittadino; chiacchierare con i personaggi del tempo quali Prandstraller, i Vallotto, i Benini presso la cinquecentesca Colonna della Pace o all’interno del Palazzo della Loggia. Luoghi suggestivi dove la memoria storica, gli archivi, i monumenti, le immagini si mescolano ad una memoria emozionale di persone ormai scomparse” Circa 79 sue opere su tela e 19 disegni sono conservate nella Collezione Civica di Noale, mentre altre sono alla Galleria d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro e al Museo Ca’ Rezzonico di Venezia; altre sono ancora conservate in numerose collezioni private. Una bellissima “Regata a Venezia” (1887) è conservata presso la Galleria d’Arte Moderna di Genova, mentre il dipinto “L’Anticamera dello studio” (1886) è conservato al Quirinale, nello studio del Presidente della Repubblica.
Lancerotto fu parte della Scuola Veneziana del Vero: quel nutrito gruppo di pittori che si dedicarono alla pittura en plen air, sotto l’influsso dei macchiaioli toscani e degli impressionisti francesi, ma senza dimenticare la tradizione locale del colore e della luce e affrontando prevalentemente scene di genere popolare. Guardare le sue opere è come fare un tuffo nel passato, entrare all’interno di usanze e tradizioni ormai quasi del tutto dimenticate. I temi prediletti sono quelli galanti, gli affetti familiari, la vita popolare di grandi e piccini, i suggestivi scorci veneziani tra laguna e terraferma. Le donne sono le vere protagoniste: ritratte con infinita sensibilità ed eleganza, esse popolano le tele e i cuori degli spettatori; donne lavoratrici, innamorate, artiste e madri felici. Una grande poesia che merita di essere letta e respirata appieno, godendosi le atmosfere rurali e le tipicità del territorio.